Sì, me l'ha detto oggi. A me sono subito venuti in mente i Limoni di Montale. Tutti la conoscono, ma vorrei ugualmente trascriverla.
da "Movimenti" di Eugenio Montale I LIMONI
Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto tra le piante dai nomi poco usati:bossi ligustri o acanti. Io,per me,amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro: più chiaro si ascolta il sussurro dei rami amici nell'aria che quasi non si muove e i sensi di quest'odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l'odore dei limoni. Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità. Lo sguardo fruga d'intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno più languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che s'allontana qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta il tedio dell'inverno sulle case, la luce si fa avara - amara l'anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d'oro della solarità.
Ciao, cara Gazzettina. Immagino che non ti sarà sfuggita la felice combinazione tra il nome dell'autore della poesia e quell'altro disseminato all'interno.
@Filo, grazie per aver riproposto questa bellissima poesia! Per quanto riguarda l'indovinello, ho dovuto pensarci un bel pò...testona come sono, ma alla fine ho colto :D, seguendo il filo :)
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Che bel pensiero di amicizia Gaz, sono sicura che darà il giusto sollievo nella fatica.
RispondiEliminaMi piacciono i limoni. L'odore acuto mi ispira mare, spiaggie, relax, grand soleil. Cose così, mi piacciono i limoni.
RispondiEliminaBellissimi.
RispondiEliminaPeccato che freddo di questo inverno abbia fatto morire il mio alberello...stava già al secondo raccolto! :-(
Certo che scrivere la parola "freddo" in questi giorni ha del surreale.
Ciao ;-)
@Ross, lo spero... nel mio piccolo!
RispondiEliminaCiao cara amica :)
@Framzero, io li mangio e chiudo gli occhi ;)
ciao!
@Caigo, che peccato...riprovaci dai :)
Questi che vedi vengono direttamente dalla Liguria e me li ha regalati el Toso...
Spero a presto, ciao ;)
Sì, me l'ha detto oggi.
RispondiEliminaA me sono subito venuti in mente i Limoni di Montale. Tutti la conoscono, ma vorrei ugualmente trascriverla.
da "Movimenti" di Eugenio Montale
I LIMONI
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto tra le piante
dai nomi poco usati:bossi ligustri o acanti.
Io,per me,amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che s'allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.
Ciao, cara Gazzettina.
Immagino che non ti sarà sfuggita la felice combinazione tra il nome dell'autore della poesia e quell'altro disseminato all'interno.
Dalla Liguria? Ecco spiegato perché sono così "solari".
RispondiEliminaForse ci riprovo....vedremo. Ci vediamo :-)
@Filo, grazie per aver riproposto questa bellissima poesia!
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'indovinello, ho dovuto pensarci un bel pò...testona come sono, ma alla fine ho colto :D, seguendo il filo :)
@Caigo, si si, dai riprova ;)
Ciao Toso! Mi unisco al pensiero solare di Gaz.
RispondiEliminaUn caro abbraccio
maria
@skip, un caro saluto :)
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